SoundFly pubblica Stato di Grazia, il dodicesimo album della storica band napoletana: potenza di fuoco, sonorità non convenzionali e temi critici.
«Io le allevo le mie parole ribelli. Così come ho imparato a coltivare la mia rabbia, a prenderla in consegna, a gustarla come si gusta una ciliegia, come fosse una cicogna con in bocca un bimbo grande. È odio. Io amo odiare. Odio il capitale e le sue puttane macho armate fino ai denti cariati, marci, che lo zucchero abbonda sul sorriso degli stolti. Il mio è odio di qualità. Come olio biologico d’oliva spremuto a freddo in un frantoio di pietra ruvida. Con la potenza della roccia. Una cosa Rock, potremmo dire. Allora. Inaudita. La mia musica lo è. Inaudita. La nostra musica lo fa. E non siamo in troppi. Ahimè. Di questi tempi».
Non possono che essere i Bisca. Inauditi, potenti, una forza della natura, come la loro musica a quarant’anni dal debutto in una Napoli che salutava l’esperienza del Naples Power e si affacciava alle dirompenti novità no wave, interpretate dai Bisca con furia e intelligenza tra funk, jazz, punk e improvvisazione libera. La stessa dinamitarda formula del 2020: l’anno del ritorno con il nuovo album Stato di grazia. Lo pubblica SoundFly in versione 33 giri (doppio vinile rosso, gatefold verticale con foto di Riccardo Piccirillo) e cd, dopo il singolo Nero e le uscite solo digitali dei lati A e B.
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